Rivelatori di incendio
Nascosto 1
Il controllo della
diffusione del fumo, vuole ridurne al minimo i rischi locli e remoti.
Locali: riduzione dell’ossigeno,
trasporto di gas tossici e/o gas corrosivi, sospensione di particolato, riduzione
della visibilità, calore condotto dall’umidità;
remoti: convezione a livelli
superiori (effetto camino), principalmente diffusione del calore, nonché
trasporto dei gas anzi detti.
Devono essere forniti
mezzi atti ad impedire il passaggio del fumo al di fuori del luogo di origine,
quindi la sua totale riduzione.
Nella fase di principio
d’incendio la temperatura è relativamente bassa ed un immediato intervento avrà
buone possibilità di successo.
I rivelatori di
incendio, nella loro molteplice diversità, daranno il segnale di allerta od
anche provvederanno all’intervento di spegnimento dell’incendio atteso.
Tipologia dei rivelatori
- Rivelatore di fumo ottico (effetto Tyndall) fumi scuri,
- R. di f. a ionizzazione: tutti i tipi di fumo, compresi i fumi invisibili (sorgente radioattiva).
- R. di f. lineari: per grandi superfici, ad infrarossi.
- R. di f. a campionamento: tubicini con elettro-aspiratore. Prelevano l’atmosfera ambiente e la monitorizzano in una centralina remota, possono dare diversi livelli di allarme. Simili ai rivelatori di gas.
- R. di fiamma: per radiazioni infrarosse od ultraviolette. Per scarsa presenza di fumi.
- R. di temperatura ambiente: ne segnalano il superamento.
- di una determinata soglia: rivelatori termici;
- del rapido aumento di temperatura: rivelatori termovelocimetrici.
- •Avvisatori manuali: generalmente a pulsante sotto vetro.